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11
Giu
2025

REPORT ROTA VICENTINA

E’ venerdì 9 maggio 2025 e intorno alle 15 si radunano i partecipanti di questa nuova avventura. Ecco
arrivare Alice, Antonella, Gianni, Mauro, Marco G., Rocco, Marco B. e Bob. A Gravellona recuperiamo
Giovanna e Aldo e poco dopo il casello di Arona si uniscono Nadia, Barbara, Paolo e Giuliano. Giunti a
Malpensa si aggiunge anche Roberto a completare il gruppone dei 15.
Atterriamo a Lisbona e con un breve trasferimento in metropolitana raggiungiamo l’albergo dove
prendiamo possesso delle camere. Ci trasferiamo quindi nel quartiere dell’Alfama (l’anima tradizionale
di Lisbona) dove ceniamo, cominciando ad apprezzare le specialità di pesce e l’economicissima birra
(sarà, questo, un pregevole must di tutto il trekking…).
Dopo la cena facciamo una bella passeggiata in questa parte caratteristica della città, ammirando
piazze e monumenti di grande impatto visivo, poi rientriamo in albergo.
La mattina seguente siamo in attesa della navetta che ci condurrà alla partenza vera e propria del
cammino. Per un disguido poi risolto (per colpa del Bob, l’organizzatore distratto…) la navetta giungerà
con un paio d’ore di ritardo sulla tabella di marcia.

A causa del ritardo chiediamo all’autista di portarci
più avanti rispetto al punto iniziale previsto, la cittadina di Porto Covo. Così veniamo condotti fino alla
località “Forte do Passegueiro” dove, fatte le foto di rito, iniziamo il trekking. Questo avanzamento ci
farà risparmiare 4 km di percorso, così la tappa dai 21 km preventivati sarà invece lunga poco più di 16
km. Il cammino si svolge prevalentemente sugli altopiani che costeggiano l’atlantico, con frequenti
discese sulle belle spiagge. Il terreno, anche sul sentiero dell’altopiano, è costituito da sabbia, ma con
l’utilizzo delle apposite ghette evitiamo che le scarpe se ne riempiano.
Nel tardo pomeriggio arriviamo nella graziosa cittadina di Vila Nova de Milfontes, dove prendiamo
possesso degli alloggi. Segue l’immancabile aperitivo, poi andiamo alla ricerca di acqua per il giorno
successivo e scopriamo che quella gassata è quasi introvabile sia nei negozi che nei ristoranti, dove
viene servita solo in bottiglie da 250 ml (e costa più della birra!!!).
La mattina seguente ci avviamo per la 2° tappa. Scendiamo al fiume Mira e con un breve tragitto in barca
approdiamo alla sponda opposta. Da qui riprendiamo il cammino, con il mare costantemente alla
nostra destra e sotto di noi. Il percorso, come il giorno precedente, contorna le calette dove
frequentemente scendiamo e, a volte, si spinge più all’interno dove troviamo grandi distese di macchia
mediterranea. Alcune spiagge, curiosamente, invece di fondo sabbioso sono costituite da sassi o
formazioni rocciose molto frastagliate. Il mare è di un blu intenso, l’acqua è piuttosto fredda, e il vento
dell’atlantico soffia sempre con vigore, ciononostante qualche temerario non lesina un bel bagno.
Arriviamo quindi ad Almograve dove prendiamo alloggio presso la “Pousada da Juventude”, un ostello
molto confortevole e poco distante dal ristorante dove consumeremo una cena molto appagante!
Fatta un’abbondante colazione ci avviamo per la 3° tappa con destinazione Zambujeira do Mar. La
prima parte si svolge su una larga strada sterrata che sale con dislivello lieve ma costante e offre un
panorama suggestivo: le scogliere precipitano vertiginose su spiagge di bellezza straordinaria, mentre
le dune di sabbia hanno una colorazione rossastra. Quando il sentiero devia verso l’interno
dell’altopiano attraversiamo anche pinete e tratti di boscaglia fittissima. Sui pinnacoli delle scogliere ci
sono moltissimi nidi di cicogne quasi sempre presidiati dai grandi volatili. Nonostante gli zaini di un
certo peso (viaggiamo con il necessario per tutta la durata del trekking) il gruppo procede speditamente
con allegria, e parte la gara a chi scatta più fotografie. Giungiamo presto a destinazione e, dopo
l’immancabile birra nel centro del paese, andiamo agli alloggi presso un bellissimo campeggio dove ci
vengono riservate delle graziose casette dotate di ogni confort. La cena è, nuovamente, abbondante e
deliziosa.
Si riparte per la 4° tappa che ci condurrà a Odeceixe. In questa tappa il numero delle spiagge che
attraversiamo è superiore a tutte le precedenti. I dislivelli sono contenuti ed il gruppo procede con
grande velocità: spesso dobbiamo “stoppare” chi è in testa per accorpare gli allegri gitanti. Dopo circa
16 km di cammino arriviamo sul promontorio di Ponta em Branco che si affaccia su una delle spiagge
più belle e frequentate del territorio, la spiaggia di Odeceixe. Purtroppo, per arrivarci è necessario
guadare il fiume, cosa non possibile con gli zaini appresso, quindi, seguiamo la strada (purtroppo
asfaltata e lunga 4 km…) che ci conduce al paese. Rinunciamo a raggiungere la spiaggia perché dista
ancora 3 km dal paese e preferiamo ristorarci con l’immancabile birretta.
Il giorno seguente veniamo prelevati dalle navette che ci condurranno a Carrapateria. Il numero delle
tappe è stato ridotto perché sarebbero stati necessari molti più giorni per completare il percorso
completo, quindi, siamo stati costretti ad un transfer che ci farà saltare 3 tappe. Giunti alla graziosa
cittadina prende il via la 5° tappa con destinazione Vila do Bispo. Il percorso è simile a quello del giorno
precedente, con passaggi su lunghe spiagge. In una di queste ci fermiamo per il pranzo e per un veloce
bagno (solo per pochi…). Da qui, purtroppo, il finale di tappa si svolge su una strada asfaltata lunga e
assolata, al termine della quale giungiamo al paesino. L’alloggio dista oltre 2 km dal paese, quindi il
totale della tappa diventa di quasi 24 km con il dislivello più consistente rispetto alle tappe precedenti
(550 mt.). Il posto è assai confortevole e dotato anche di una piccola piscina, così alcuni ne approfittano
per un ottimo relax. La cena si svolge all’interno della struttura e i ragazzi dell’accoglienza ci preparano
delle zuppe buonissime e una sontuosa grigliata di carne.
La mattina dobbiamo fare a ritroso gli oltre 2 km per ritornare al paese di Vila do Bispo, dove ci
rinfranchiamo con la solita calorica colazione a base di Pastel de Nata (una specialità portoghese a
base di pasta sfoglia e una sorta di crema pasticcera), poi partiamo per la 6° tappa con destinazione
Sagres. Questa è la tappa in cui raggiungeremo Cabo Sao Vicente, ossia quello che è stato uno dei limiti
del mondo conosciuto, nell’estremo sud-ovest dell’Europa. Per i popoli che salpavano dal
Mediterraneo, Capo San Vincenzo era il confine del mare incognitum ed era conosciuto come il Finis
Terrae, cioè la Fine del Mondo. Giungiamo al Faro costruito sulla punta estrema della scogliera e
approfittiamo dei numerosi street food lungo il viale che conduce al faro per il pranzo. Ora il percorso
abbandona l’ovest del Portogallo e piega decisamente verso est. Repentinamente le condizioni
mutano: mentre fino a prima il vento arrivava dal mare e di conseguenza il moto ondoso era costante,
ora il vento soffia alle nostre spalle e il mare è calmissimo, quasi piatto. Di conseguenza questa parte
della costa è decisamente più turistica, infatti, lungo il cammino incontriamo un numero maggiore di
abitazioni e strutture residenziali. Dopo quasi 24 km arriviamo a Sagres, tipica cittadina turistica di
mare, e prendiamo alloggio in hotel dotato di magnifica piscina. Purtroppo, il vento (sempre frescolino)
e l’acqua non propriamente calda ci fanno desistere da un bel tuffo.
Ripartiamo per la 7° tappa che ci condurrà a Salema. In questa tappa si alternano le solite numerose
bellissime spiagge con saliscendi sulle scogliere frastagliate. Il tempo è sempre bello e caldo e il vento
mitiga molto i raggi del sole, rendendo il cammino piacevole. Giunti ad una bella spiaggia decidiamo di
tagliare il percorso originale risalendo il costone che si affaccia sulla spiaggia stessa. La risalita è
divertente, anche se la prima parte è completamente sabbiosa e aumenta la difficoltà. Il gruppo
procede sempre spedito e dopo 17 km arriviamo a Salema, avendo accorciato di quasi 2 km il percorso,
con un dislivello poco sotto i 600 mt. Il piccolo borgo era un villaggio di pescatori che si è trasformato
in una cittadina totalmente turistica: ne è la prova il magnifico resort dove alloggiamo, il migliore di tutto
il trekking. Ci accolgono appartamenti su due piani dotati di ogni confort e una splendida piscina dove
ci rilassiamo con un buon bagno. La cena sarà gustosa ed abbondante (anche di vino…) e per
concludere la magnifica giornata ci riuniamo tutti in uno degli appartamenti per un brindisi a base di
porto e cioccolato.
Il mattino seguente, fatta una buona colazione, partiamo per l’ultima tappa del trekking, quella che ci
porterà a Luz. Il percorso originale sarebbe dovuto terminare a Lagos, ma per il ridotto numero di
giornate disponibili abbiamo dovuto accorciare il percorso. Questo comporta che il kilometraggio sarà
di soli 11 km, che ci faranno arrivare a destinazione a mezzogiorno. Su questo percorso si fa sempre più
evidente la valenza turistica di questa parte del paese, infatti, c’è un susseguirsi continuo di case e
residences tra altopiano e costa. Il panorama è comunque sempre splendido e il tempo ci assiste con
una giornata di sole caldo. Arrivati a Luz ci concediamo un bel pranzo con la solita abbondante birra in
attesa della navetta che ci riporterà direttamente in aeroporto a Lisbona. Il viaggio è lungo, quasi 3 ore,
e alcuni ne approfittano per sonnecchiare, mentre altri sono concentrati sulle notizie sportive (è
sabato!!). In aeroporto ne approfittiamo per uno spuntino in attesa della partenza alle 20:45. Il volo dura
anche meno del previsto e in breve riprendiamo le auto e ripartiamo alla volta di Verbania dove
arriviamo verso le 02:00 di domenica.
Stanchi e desiderosi ognuno di fare rientro presso la propria casa ci salutiamo velocemente, ma con
impresso il ricordo di una settimana davvero emozionante.